TERAMO – Sarà con tutta probabilità un insediamento industriale già esistente ad ospitare il "Centro riciclo Teramo", il progetto ispirato alla positiva esperienza di Vedelago nel Trevigiano, che riutilizzando l’indifferenziato del "porta a porta" dovrebbe permettere di ridurre al 5% circa la restante quantità da portare in discarica. E’ la novità emersa dall’incontro tra il sindaco Maurizio Brucchi, sostenitore dalla prima ora del progetto ambientale, e il presidente del Mote, Ermanno Ruscitti, che raggruppa 21 comuni della provincia. Entrambi si sono detti d’accordo sulla possibilità di modificare l’idea originaria della destinazione sul terreno di Terrabianca, lungo la superstrada Teramo-Mare, tra il capoluogo e San Nicolò. I vantaggi di ospitare il "Centro riciclo Teramo" in un capannone industriale dismesso sarebbero molteplici: «Intanto una struttura esistente – ha spiegato Brucchi -, che permette di accelerare i tempi di realizzazione e di messa in opera dell’impianto che per noi riveste grande importanza. Si tratta di avere già disponibili le opere di urbanizzazione, la viabilità, gli spazi attrezzati, insomma una svolta nei tempi di avvio del progetto. Questo avrà ovviamente anche una incidenza, in diminuzione, sui costi complessivi come è intuibile». Insomma, dopo l’approvazione del progetto da parte dei sindaci del Mote, che Brucchi ha già incontrato in passato e che si sono mostrati entusiasti dell’idea, si potrebbe passare alla fase esecutiv a breve. E’ anche in dirittura di arrivo, e sarà disponibile a breve, il finanziamento regionale di 1,8 milioni di euro che faranno parte dei complessivi 5 circa da mettere insieme per realizzare l’opera. «Avremo un incontro a breve con i portatori di interesse di questa iniziativa – ha detto Brucchi -, vale a dire Confindustria e con il Mote individuaeremo con specifici sopralluoghi l’area industriale che più si presterebbe all’iniziativa». Lo stesso presidente del Mote si è detto soddisfatto della nuova ipotesi di lavoro: «Siamo disponibili da subito a bandire la gara per l’individuazione dei capannoni e dell’area n ecessaria in modo da passare al più presto alla fase operativa – ha detto Ermanno Ruscitti -. Abbiamo bisogno di precisi requisiti tecnici e di necessità minime che indicheremo, prima fra tutte un’area di almeno 20mila metri quadrati». L’impianto in questione prevede la lavorazione del rifiuto secco, quello del cosiddetto "mastello grigio", che permetterà di produrre, in una futura fase industriale, una sostanza granulare che può essere utilizzata per realizzare asfalti, cordoli stradali e marciapiedi. Questa materia prima secondaria, viene utilizzata da alcune aziende presenti nel territorio della provincia, per i propi manufatti di produzione. Nei programmi dell’impianto il Mote si pone come realizzatore e gestore.
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